Ponte sullo Stretto, il Parlamento converte il decreto. Salvini: cantiere nel 2024
Il Senato ha approvato il Dl nel testo uscito dalla Camera. Il ministro delle Infrastrutture: progettazione in corso, primi fondi nella prossima legge di Bilancio. Concorso di idee per scegliere il nome
Il governo ha incassato l'approvazione del decreto legge che apre la strada per rimettere in moto la macchina per realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina. L'Aula del Senato ha approvato il testo nella versione uscita dalla Camera, respingendo tutti gli emendamenti, con 103 voti favorevoli, 49 contrari e 3 astenuti. Sul testo il governo aveva deciso di non porre la questione di fiducia, come invece aveva fatto in occasione della prima approvazione da parte della Camera. Il provvedimento, che era da convertire in legge entro il 30 maggio, è stato approvato nel testo arrivato dalla Camera. Soddisfatto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che nella conferenza stampa indetta subito dopo la conclusione del voto ha parlato di «giornata storica». garantendo che e la progettazione del Ponte sarà «aggiornata a breve alle ultime norme tecniche» sulle costruzioni e che i lavori «partiranno entro l'estate del 2024 per concludersi nei primi anni del 2030». Il ministro ha rivendicato con forza la scelta di rimettere in pista il progetto «in un contesto di investimenti senza precedenti in Sicilia e Calabria». «In Sicilia stiamo investendo 28 miliardi in strade, autostrade e ferrovie - ha spiegato Salvini - altri 28 miliardi li stiamo investendo in Calabria». Per Salvini, il progetto del Ponte «farà risparmiare 6 miliardi di euro ai siciliani e porterà centomila posti di lavoro».
Il prossimo passo operativo sarà poprio la nomina dei componenti della Stretto di Messina Spa. E poi occorrerà aggredire la soluzione del contenzioso con il consorzio Eurolink, aggiudicatario della gara lanciata nel 2004. Dopo aver posto la base normativa, ora però viene il difficile. La colossale opera - che sarebbe unica nel suo genere - è da sempre divisiva e ha un costo riattualizzato recentemente dal governo in 13,5 miliardi (dai 3,9 nella gara del 2004, giù cresciuti a 8,5 miliardi con il progetto definitivo del 2011 ). Il ministro Salvini sostiene che la prima pietra possa essere posata «entro l'estate prossima», per concludere i lavori «nei primi anni del 2030». «Ovviamente sono ancora in corso gli studi aggiornati sui flussi di traffico, sui benefici per l'ambiente sui carichi di traffico perché nel piano economico-finanziario che la società Stretto di Messina dovrà redigere ci saranno gli introiti da pedaggio che sarà sicuramente inferiore a quanto costa oggi attraversare lo stretto, ci saranno i costi di gestione, la concessione trentennale», ha aggiunto Salvini.
Il costo dell'opera, oltre a essere lievitato nel tempo, appare anche soggetto a ulteriori aggiustamenti, visto che l'aggiornamento del progetto non è concluso. L'alea sul costo ha anche delle implicazioni sul percorso da seguire per affidare l'appalto. «Andrebbero forniti maggiori elementi di dettaglio circa gli eventuali effetti finanziari derivanti dal nuovo meccanismo di calcolo, chiarendo se il medesimo possa introdurre nuove voci di costo dell'opera non contemplate precedentemente», ha segnalato l'ufficio Studi del Senato riferendosi al vincolo posto dal legislatore comunitario, recepito nel codice appalti nazionale, «che consente - ricordano i tecnicio del Senato - la modifica dei contratti di appalto, senza una nuova procedura di affidamento, a condizione che l'aumento del prezzo dell'appalto non ecceda del 50% il valore del contratto iniziale (articolo 106 del codice dei contratti pubblici)».
La recente catastrofe climatica in Emilia Romagna ricorda inoltre che le improvvise e ingenti coperture finanziarie necessarie per attuare provvedimenti emergenziali sono una realtà ricorrente in un Paese che non investe nella prevenzione. C'è poi da ricordare che l'attuale congiuntura è dominata dagli investimenti del Pnrr che, al netto delle possibili rimodulazioni, assorbiranno sempre di più risorse umane e imprenditoriali su grandi cantieri, prevalentemente ferroviari, proprio nelle aree del Mezzogiorno incluse Sicilia e Calabria. All'indomani dell'approvazione del decreto legge sul collegamento stabile c'è dunque molta materia per continuare a discutere sulla scelta del governo di sblocccare l'iter della realizzazione dell'opera. Tra le questioni da affrontare c'è appunto il superamento del contenzioso con il consorzio Eurolink, per il quale il decreto ipotizza un percorso di composizione. Questo aspetto è finora rimasto totalmente inesplorato, eclissato dalla discussione sull'impatto dell'opera.
Le modifiche in Parlamento
Oltre alle norme sull'aggiornamento dei costi, durante il passaggio in Parlamento sono state apportate di verse modifiche al decreto andato in Gazzetta il 2 aprile. Tra queste un emendamento dei relatori sui controlli antimafia che sottopone «esplicitamente ogni rapporto contrattuale» al regime previsto dal nuovo codice appalti, che prevede il monitoraggio di un Comitato di coordinamento presso il ministero dell'Interno. Altri emendamenti approvati riguardano la nomina di un commissario per i lavori relativi all'A19 Palermo-Catania e la messa a punto (da parte delle Regioni Calabria e Sicilia) di un Piano integrato per adeguare il sistema di trasporto pubblico locale e regionale nell'area dello Stretto di Messina alle esigenze derivanti dalla realizzazione del collegamento.L'ultima novità finita al centro delle polemiche politiche è l'ok a un piano di comunicazione frutto di una convenzione che la società Stretta di Messina dovrà sottoscrivere con i di Messina e Villa San Giovanni. L'obiettivo è «assicurarne l'accettabilità» dell'opera «da parte dei territori interessati». La spesa autorizzata è di 7 milioni in sette anni, dal 2024 al 2030.
Concorso per scegliere il nome definitivo
A 55 dal concorso internazionale di idee con cui nel 1968 prese il via il progetto del Ponte sullo Stretto ci potrebbe essere un nuova competizione sul collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. Questa volta il tema sarà però il nome definitivo dell'opera. Nella conferenza stampa seguita all'approvazione finale del decreto varato dal governo a fine marzo, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini l'ha ribattezzato «il ponte degli italiani». Ma per scegliere il nome ufficiale e definitivo, il Mit pensa a un concorso di idee.